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Keats, John.

Poeta inglese. A quindici anni era assistente di un chirurgo, e un anno più tardi fu assunto dal Guy's Hospital col compito di fasciare i feriti. Tuttavia dedicava tutto il tempo libero alla letteratura; subì fortemente l'influenza di Spenser e di Omero, che conobbe nella traduzione di Chapman. Entrò in contatto con il gruppo letterario denominato "Cockney School", formato da Hunt, Shelley, Hazlitt ed altri e K. diede inizio alle sue prime opere poetiche. Nei primi versi non è facile intuire la sua vera grandezza; contengono imperfezioni stilistiche e crudezze d'espressione; e infatti la raccolta dei Poems del 1817 fu pubblicata contro il parere sfavorevole di alcuni amici. Nonostante ciò K. abbandonò la carriera medica per dedicarsi interamente alla letteratura; diede inizio al suo lungo poema Endimione che, pubblicato nel 1818, fu accolto con critiche violente e ostili. Tuttavia è proprio in questo momento che si assiste al maturazione straordinaria del suo spirito, del suo pensiero e delle sue facoltà poetiche. In questo periodo scrisse La bella dama senza pietà, La vigilia di Sant'Agnese, le lettere al fratello, che rivelano un'acutezza critico-filosofica notevole e le odi (Ode a un usignolo, Ode a un'urna greca, Ode alla malinconia, Ode all'Autunno, ecc.), in cui raggiunse la perfezione stilistica. Partendo da Spenser e da Chapman intraprese un profondo studio di Shakespeare, e i suoi commenti alle opere di quest'autore e le notazioni sul comportamento della coscienza poetica rivelano il genio di K. Indifferente ai problemi della realtà, K. si rifugia nel passato, nel mito greco, nella natura. La poesia è per lui l'incarnazione della bellezza, raggiungibile solo attraverso la sofferenza e il dolore. Morì non ancora trentenne di tisi (Londra 1795 - Roma 1821).